Edizione 2016

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Edizione 2016
20 anni di danza nello spazio urbano

2 - 11 settembre 2016 BOLOGNA - CASALECCHIO DI RENO

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La danza urbana è un atto politico

La danza può abitare qualsiasi luogo della città. Da questa semplice idea nacque venti anni fa il Festival Danza Urbana, organizzato e promosso da un gruppo di giovani universitari, che studiavano e praticavano la danza.
La scelta, allora pionieristica, di presentare esclusivamente creazioni di danza in spazi urbani, è stata portata avanti con ostinata tenacia e con crescente consapevolezza delle implicazioni culturali, sociali e politiche, che essa porta con sé. La “danza urbana” - come si è soliti definirla – è un fattore di innovazione, perché dà spazio alla sperimentazione creativa, alla possibilità dell’artista di confrontarsi con altri formati spettacolari e altre modalità relazionali con il pubblico rispetto a quelle definite dallo spazio teatrale, divenendo il laboratorio in cui esplorare le traiettorie che la relazione tra corpo e spazi urbani apre alla ricerca coreografica.
Danzare negli spazi della città offre, quindi, la libertà agli artisti di creare al di fuori delle convenzioni e dei formati teatrali, ma anche al cittadino/spettatore di soffermarsi e guardare lo spettacolo o andare via, fruendo gli spazi urbani al di là delle loro funzioni e prescrizioni. La “danza urbana” assolve, così, la funzione di creare nuovo pubblico, rendendo disponibile a tutti ciò che tende essere elitario o di nicchia, offrendo le creazioni di danza allo sguardo dei cittadini in modo libero e gratuito e facendo conoscere questa arte anche a chi non va mai a teatro.
E’ uno sguardo aperto sulla scena contemporanea, sui nuovi talenti e le nuove emergenze artistiche, capace di indirizzarsi in territori e contesti lontani della scena convenzionale; al contempo, è la ricerca di una relazione attiva con il contesto in cui opera: il paesaggio, l’architettura, i luoghi, gli accadimenti, la storia, le persone. La “danza urbana” è, soprattutto, un atto politico, la difesa dello spazio pubblico come luogo di cultura, di aggregazione sociale, di democrazia, una dichiarazione delle libertà di espressione della persona, della sua autodeterminazione, della sua identità, ri-affermate dal corpo degli artisti nello spazio pubblico. Un corpo che danza nello spazio pubblico è, infatti, un presidio di libertà e democrazia; desiderio di incontro e aggregazione di culture, pensieri, storie e identità, che abitano un medesimo luogo.
Oggi, la “danza urbana” si è diffusa, divenendo patrimonio di tutti, pur non trovando ancora un adeguato riconoscimento istituzionale. Questo ventennale è, quindi, l’occasione per aprire un confronto sul ruolo che gli spettacoli di danza programmati al di fuori degli spazi e delle convenzioni teatrali svolgono all’interno del sistema culturale del nostro paese.

Massimo Carosi