https://www.danzaurbana.eu/festival/wp-content/uploads/displacementMithkal-Alzghair-©Stavros-Habakis.jpg
https://www.danzaurbana.eu/festival/wp-content/uploads/Alzghair_Déplacement.1.©Dani-Abo-Louh.jpg
https://www.danzaurbana.eu/festival/wp-content/uploads/Displacement-c-Tanz-im-August-Laura-Giesdorf-2016.jpg

Displacement/Solo

Titolo:

Descrizione:

Displacement/Solo

In Displacement Mithkal Alzghair, attraverso la danza e il movimento, esplora l'identità lacerata dei corpi siriani dal punto di vista delle condizioni politiche, sociali e religiose che questi sperimentano. Smonta e ricostruisce la sua personale eredità culturale: il corpo della danza tradizionale, il corpo della trance, il corpo militare, il corpo in guerra e il corpo in esilio e infine mette in discussione le loro connessioni reciproche. Migrando da una figura isolata a un gruppo di uomini, Displacement traccia una possibile traiettoria verso l'altro. Un lavoro potente, intrappolato tra il desiderio di rimanere e il desiderio di fuggire.
In questa creazione la mia ricerca è incentrata sul patrimonio delle tradizioni della cultura siriana. Cerco di capire le fonti da cui vengono le danze tradizionali, il processo di imprinting ma anche di diffusione che ne sono alla base. Parto dalla realtà sociale e politica che ha contribuito alla creazione di questo patrimonio: il patrimonio militare, il patrimonio dittatoriale, l'eredità dei regimi autoritari, la rivoluzione, la guerra e infine lo spostamento.
La necessità di questa creazione è legata a ciò che oggi riguarda lo “spostamento” e più in generale la migrazione, le violenze, gli omicidi, i massacri, i conflitti e le rivoluzioni che imperversano in Medio Oriente.
Il mio obiettivo è identificare “l'identità” del corpo siriano a partire dal suo patrimonio culturale riconosciuto, vissuto e costruito per capire come sono iniziati questi eventi che scuotono quelle aree geografiche.
Qual è l'identità di una società che si è formata sotto il dominio e la dittatura coloniale? E' diversa da quella 
di chi ha vissuto la guerra e la migrazione? Dov'è lo spazio di libertà per questi corpi? Quali sono i vincoli e le ideologie che sono oramai parte di noi e come possiamo affrontarli?
Ho testato fisicamente su di me l'urgenza dello “spostamento” forzato, la fuga, lo stare in attesa prima della partenza, l'esilio…. Lasciare un territorio costruito da un'intera comunità, incluso me stesso, lasciando anche abitudini, relazioni e impegni. Il cambiamento ha prodotto effetti (incidenti, disastri ...) che mi hanno costretto a spostarmi. È proprio questa l'idea di spostamento che io sperimento su me stesso attraverso questa creazione. Quale può essere il movimento quando non è volontario? Che cosa è quel corpo che è costretto a muoversi, o a volte a rimanere immobile? Come si muove l'individuo dopo essersi trasferito in un nuovo contesto che gli impone di rimodellare il suo territorio, per tentare di ricostruirlo, e quindi ricreare una nuova identità, che forse dovrà però lasciare di nuovo? Questo è un processo permanente di costruzione e decostruzione. Sono interessato all'eredità culturale di questo corpo “Siriano”. La formazione del mio corpo è avvenuta sotto il dominio dell'autorità religiosa, politica e militare. Anche la danza popolare, che pure mi ha fortemente influenzato, è stato un modo per rafforzare le radici, che sono la mia eredità culturale. Questa contraddizione tra le radici e lo spostamento è un problema che riflette la realtà di tutti i rifugiati siriani. Riassume la situazione degli sfollati, per i quali l'eredità diventa un fardello pesante da portare in questo nuovo contesto in cui vivono: il neoliberismo della società occidentale.
Parlo di me stesso e di persone che sono direttamente colpite dalla guerra.
 Questo assolo affronta temi quali lo “spostamento”, forzato o volontario che sia, l'urgenza o la costrizione a muoversi, il bisogno di partire e l'ansia di non poter fare ritor no.
Ciò che mi interessa è la relazione tra i due luoghi, quello originale e quello che abbiamo dovuto scegliere, che produce un corpo lacerato. Non siamo più nel primo luogo, e nello stesso tempo è impossibile costruir ne uno nuovo. Sentire che siamo in un peregrinare senza fine, che essere in transito diventa il nostro stato quotidiano. Siamo bloccati tra il punto di partenza e di arrivo, proprio lì in mezzo.

Per maggiori informazioni VEDI



Mithkal Alzghair

Nato in Siria nel 1981, è danzatore e coreografo. Si è formato tra l'oriente (Higher Institute of Dramatic Art a Damaso/Siria) e l’occidente (master di studi coreografici “ex.e.r.ce” presso il Centro Nazionale Coreografico di Montpellier/Francia). Dopo questa esperienza all'estero non ha potuto fare ritor no in patria perché devastata dalla guerra. Danza per molti coreografi, tra gli altri, recentemente, grazie al progetto Europeo CRASK, ha collaborato con la compagnia italiana In-Occula. Nel marzo 2016 crea Displacement, composto da un solo e un trio, con il quale vince il premio “Danse élargie”, organizzato dal Théâtre de la Ville di Paris e dal Museum of Dance / CCN Rennes et de Bretagne.
Scheda Artista Completa

Coreografia e interpretazione
:Mithkal Alzghair
Consulenza drammaturgica
:Thibaut Kaiser
Disegno luci
:Séverine Rième
Co-produzione
:Godsbanen – Aarhus (Danemark)/Musée de la Danse-CCN de Rennes et de Bretagne / the foundation AFAC / Les Treize Arches-Scène conventionnée de Brive.
Con il supporto di
:Centre National de la Danse – Pantin, France, Studio Le Regard du Cygne, Théâtre Louis Aragon, scène conventionnée danse de Tremblay-en-France