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Les amoreux des Bancs Publics

Titolo:

Descrizione:

Les amoreux des Bancs Publics
La strada che resiste con l'arte

Copertina_Video_Banc_Public
IMG2_Les Amoureux des Bancs Publics

Dalle contestazioni del dicembre 2010 un genere estetico e politico, la street-art, si è
impossessato delle strade e dello spazio pubblico tunisino, trasformandolo in un luogo in cui le
creazioni artistiche e culturali prendono forma e veicolano un messaggio che arriva in maniera
diretta ai cittadini.
Collettivi di writer, compagnie di danza, di teatro e di cinema hanno trasformato le piazze, le
Medine e i mercati di Tunisi e della Tunisia in un nuovo palcoscenico fruibile da tutti, per
sensibilizzare la società civile all’arte, intesa come dovere cittadino.
Seguendo il lavoro di gruppi come Zwewla, Ghar-Boys, la Fédération Tunisienne de Ciné-Club,
Brotha from Another Motha Company, Danseurs-Citoyens, Art Solution e molti altri, il documentario
indaga su una nuova modalità di cittadinanza attiva nella Tunisia post-rivoluzionaria e
sull’impatto che questa può avere, nell’attuale contesto instabile, sulla società tunisina, ed in
particolare sulle giovani generazioni, diffondendo una cultura alternativa alle istanze più
radicali del paese.

NOTE DI REGIA
Il documentario nasce da una sensazione, da un sentimento, scaturito in maniera improvvisa e travolgente, durante un primo viaggio in Tunisia, nel 2014, dagli incontri e dalle conversazioni con i giovani tunisini coinvolti nella Rivoluzione, che, da allora, non hanno smesso di difendere ogni giorno il terreno guadagnato con grande fatica. Parlando con loro abbiamo riscontrato quello che da tempo andavamo cercando in Europa, e che raramente riuscivamo a trovare: l’entusiasmo, la curiosità e l’inclusione.
La voglia di raccontare e trasmettere quello che da cinque anni stanno vivendo, ma anche la curiosità di sapere cosa sta succedendo fuori, cosa stia succedendo a te.
E la speranza di poter collegare le due cose insieme, creando delle reti, dei legami che rendano entrambi più forti. Sono proprio questi sentimenti, l’entusiasmo, la perseveranza e la solidarietà, che cerchiamo di rendere nel documentario, che rappresentano, a mio parere, l’unica via d’uscita nei momenti d’impasse, quale quello che non solo la Tunisia ed il mondo arabo stanno vivendo, ma che viviamo anche noi in Europa.
La regia del film segue lo stile del cinema-documentario di viaggio, seguendo le tracce dei lavori del collettivo di writers Zwewla, da Tunisi alla regione di Kasserine, come filo conduttore degli incontri con i collettivi e gruppi di artisti che lavorano nel Paese. Le interviste sono state condotte principalmente attraverso il metodo partecipativo, in prima persona, ricercando il massimo coinvolgimento dei protagonisti nella costruzione del racconto, senza voce narrante, al fine di rendere maggiormente il forte impatto emotivo dei contenuti della storia.

Gaia Vianello

 

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Gaia Vianello

Nata a Venezia nel 1980, lavora da otto anni come esperta di genere e migrazioni. Dopo la laurea in Politiche dello Sviluppo presso l’Institut d’Études Politiques di Parigi, nel 2008 ha conseguito un master sulle Migrazioni Internazionali all’Università di Ca’ Foscari. Dal 2007 al 2009 ha operato in Marocco, in qualità di project manager, a progetti d’inserimento socio economico dei migranti di ritorno e come consulente presso United Nations Development Program per il programma “Migration for development”. Dal 2009 al 2010 ha lavorato come rappresentante paese in Libano per ARCI, coordinando quattro progetti di genere focalizzati sul rafforzamento delle capacità dell’associazionismo femminile interconfessionale nelle aree più colpite dalla guerra. È autrice di “Aicha è tornata” (2011), documentario sulle donne migranti di ritorno in Marocco e regista, insieme a Lisa Tormena, di “This is not Paradise” (2014), sulle condizioni delle donne di servizio migranti in Libano. Attualmente è impegnata nella regia di “Les amoureux des bancs publics”, documentario sulla street art e la riappropriazione dello spazio pubblico in Tunisia. Lavora come consulente per l’Università Ca’ Foscari di Venezia e per diverse ong internazionali. “Aicha è tornata”, 2011, Autrice e produttore; “This is not paradise”, 2014, Autrice e regista.
Scheda Artista Completa

Juan Martin Baigorria

Nasce in Argentina nel 1977 e vive a Bologna dove lavora come documentarista. Come regista insieme a Lisa Tormena ha diretto “Syrian Edge”, documentario sui rifugiati siriani in Libano. Sempre con Lisa Tormena ha prodotto e diretto “Aicha è tornata” film documentario sulle contro-migrazioni marocchine da un punto di vista di genere, ottenendo numerosi riconoscimenti. Come direttore della fotografia e operatore ha partecipato ai film documentari “La prigione Invisibile”, “Una scelta di dignità”, “Dalle onde del mondo” e “A Bagnile vivevan gli eroi”. Ha realizzato reportage sulle migrazioni marocchine, su quelle siriane e sulla primavera araba in Tunisia. “La prigione invisibile”, 2009, Cameraman; “Aicha è tornata”, 2011, Regista e direttore della fotografia; “Meglio per tutti”, 2012, Direttore della fotografia; “Syrian Edge”, 2015, Regista e direttore della fotografia.
Scheda Artista Completa

Un film di
Gaia Vianello e Juan Martin Baigorria
Soggetto e sceneggiatura
Gaia Vianello
Riprese e editing
Juan Martin Baigorria
Musiche originali
Claudio Rocchetti
Audio mixing
Luca Tozzi
Traduzioni e sottotitoli
Amina Kotel, Elena Amorati
Produzione
Sunset Comunicazione
Sotto il patronato di
Amnesty International Italia e GVC Italia
durata
60'