Caronte... ad astratti furori
Io ero, quell’inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, non di questo mi sono messo a raccontare. Ma bisogna dica ch’erano astratti, non eroici, non vivi; furori, in qualche modo, per il genere umano perduto… Questo era il terribile: la quiete nella non speranza… Credere il genere umano perduto e non aver febbre di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui… Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla…ma mi agitavo entro di me per astratti furori
Elio Vittorini
L’incipit di Elio Vittorini ha dato vita al sentimento di una danza libera impostata sulla scelta di ormeggiare come site specific in continua evoluzione. Si tratta di un naufragio metaforico, di un viaggio nella memoria di un Caronte giovane e dalla ferocia non ancora raggiunta, sradicato dal proprio habitat e destinato a un orrendo compito di nocchiero dell’Ade. Con sguardo intimo, questo Caronte ci traghetta fuori dal tempo e dalla vita attiva, in un momento confidenziale misto di consapevolezza, rassegnazione, simbolismo e vuoto interiore. Una danza della morte, in attesa di anime per adempire ai propri doveri, ci svela quegli astratti furori del girovagare solitario e il tentativo di un risveglio interiore, commisurato al nostro vivere contemporaneo, di fronte al malessere e al senso di inerzia e di impotenza nei confronti delle sofferenze del genere umano.
Stellario Di Blasi
- Ideazione e coreografia
- Stellario Di Blasi
- Interprete
- Danilo Smedile
- Musiche
- Yamamoto Kotzuga, Aquasonic
- Produzione
- Stellario Di Blasi / PinDoc Onlus
- Con il contributo di
- MIBACT, REGIONE SICILIA ASSESSORATO AL TURISMO SPORT SPETTACOLO
- Coproduzione
- Tersicorea
- In collaborazione con
- Network Anticorpi XL, FIU - Fondazione per l'innovazione urbana
- Progetto vincitore di
- Danza Urbana XL 2018
- Spettacolo selezionato per
- Ravenna Festival – Giovani Artisti per Dante